|
||
Barbara Pazzaglia, Italy |
|
1.Alba,
2018 oil on canvas 80x100 cm., US$5,900.00 2.Lo
scorrere il fluire I, 2018 oil on canvas 80x80 cm.,
US$4,900.00 3.Lo
scorrere il fluire II,
2018 oil on canvas 80x80 cm., US$3,900.00 4.Pioggia,
2018 oil on canvas 80x80 cm., US$3,900.00 5.Impression
of clear water,
2012 oil on canvas 80x80 cm., US$5,900.00 6.Planetary
impression, 2012 oil on canvas 80x100 cm.,
US$4,900.00 7.Soul,
2012 oil on canvas 80x80 cm., US$3,900.00 8.Skin,
2012 oil on canvas 70x80 cm., US$3,900.00 |
|
|
Pazzaglia Barbara is an impressionist painter, really full of life and spontaneous.She is an impressionist but she is gifted of the instinct of the action painter; so, each line has a single and own story. Her attention is focused on the pleasures that are brought by emotions, feelings, sensation, body and mind. ‘’Impression is what can move senses and body of who is able to imagine the immanent immediateness’’ (Sartre, Bergson). ‘’We can think to respond to an image with open arms with a jump because we can reach the matter without a jump and the other way round because the artist could get lost in his work’’ (Shelling) , because an image establishes a kinesthetic movement.The perception is a tought , an elaboration and concern with the intellect. An image has to be watched from different points of view and has to be selectively analyzed (Husserl, Locke). Her painting let the observer imagines through the impression generating curiosity.
***
Curriculum
• Nata a ROMA il 24 Marzo 1963
• Diploma Liceo Classico
• 20 esami di Giurisprudenza;
• Arredatore di
giardini;
• Autodidatta in Arte dal 1990;
• Autodidatta Architettura, in Filosofia, Psicologia, Sociologia,
Antropologia;
• Pittrice e fotografa:
• Mostra presso la galleria Studio C di Piacenza;
• Opera presso il museo di “Sciortino” in Monreale;
• Triennale di Roma;
• Mostra “Celebrazioni di Michelangelo Buonarroti”a Roma;
• Mostra “Sacralità e spiritualità” presso Palazzo Maffei Marescotti;
• Mostra i Big dell’arte Contemporanea;
• MAG 2012;
• Diploma Ars Femina di Artaddiction, London;
• Diploma Artist di Artaddiction London;
• Premio migliore pittore astrattista attribuito dal conte Daniele Radini
Tedeschi;
• Expò La Sapienza;
• Mostra presso il museo Crocetti;
• Biennale di Palermo;
• Triennale di Roma 2014;
• Mostra Porto Franco a cura di Vittorio Sgarbi;
• Mostra Spoleto incontra Venezia a cura di Vittorio Sgarbi.;
• Biennale di Palermo;
vQuadro Museo di Castronovo di Sicilia a cura di Battaglia la Torre Borgese;
• ROMART;
• Collaborazione con la galleria SEEME;
• Collaborazione con la galleria Art Box Project.
• Triennale di Roma 2017
• Pubblicazione sul catalogo d’Arte De Agostini (2018-2019)
***
Sono una
pittrice impressionista, intenzionale, vitalista. Ho l’atteggiamento
intenzionale degli impressionisti anche se ho l’istinto dell’action painter.
Ogni linea è perciò una vera esperienza con la sua storia unica. Essa non
illustra è piuttosto la percezione della sua stessa attuazione. La mia
attenzione si rivolge ai piaceri che scaturiscono dalle impressioni, dalle
sensazioni, dalla percezione, dal corpo e dall’intelletto.
L’impressione è ciò che muove i sensi e il corpo di chi ha capacità
immaginativa nell’immediatezza immanente (Sartre, Bergson, Baumgarten,). Si
può arrivare a pensare alla reazione ad una immagine a braccia aperte con un
salto poiché non si può giungere dalla materia senza un salto e viceversa
poiché l’artista possa perdersi nella sua opera (Shelling), anche perchè
un’immagine determina un movimento cinestico.
Con l’impressionismo, origine della pittura astratta, si verifica si
verifica la prima dissoluzione della figurazione ma non la dissoluzione
della sua estetica. Per questo si deve attendere la fase seguente che ho
chiamati dall’astratto al possibile e che ha inizio con la liberazione da
tutta un’estetica del passato. Un’arte estetica della coscienza cerca di
sostituirsi ad una coscienza estetica dell’arte attraverso l’impressione.
Dipingere l’apparire, come lo si vede effettivamente, non come
convenzionalmente si è costretti a vederlo, mentre lo si oltrepassa, muove
gli impressionisti e spinge lo spettatore a vedere nuovamente e con
sensibilità accresciuta questo primo livello di straniamento. L’immagine
offerta gli permette, non senza oltrepassarla, di perdersi nell’illusione
del paesaggio, dell’avvenimento o della quotidianità, lo trasferisce nella
realtà immaginaria non, per così dire, senza intrattenersi in essa e
rendersene conto attraverso la pittura. Il paesaggio non gli si apre,
piuttosto gli si chiude. Gli si manifesta sempre più per quel che è:
l’apparire sulla superficie. L’apparire diviene motivo e allegoria della sua
essenza. Quanto più divenne libero di comporre tanto più l’artista dovette
cercare leggi immanente della sua composizione pittorica astratta: avvenne
il primo incontro con lo spazio infinito (Plessner).
L’impressione è un modo di guardare un’opera d’arte e per gli artisti un
modo per escogitarla ed inventarla. Nella ressa delle impressioni si
individua qualcosa di stabile secondo Nietzsche nella interpretazione di
Heidegger. Infatti Nietzsche denomina escogitazione il processo che ogni
impressione sensoriale percorre. Secondo Husserl l’intensità
dell’impressione (dati sensoriali) individua le differenze di chiarezza che
si riferiscono alla ricchezza interna della presentazione come quelle di
vicinanza o di allontanamento dalla posizione favorevole rispetto
all’oggetto attraverso cui si coglie la sua estensione. L’etensione
dell’immagine o la sua contrazione ha un significato spaziale: avvicinamento
o allontanamento nella chiarezza. Nell’osservazione l’intensità dei dati
sensoriali secondo Husserl sono un quasi movimento, un quasi luogo, una
quasi quiete, dati sensoriali che vengono poi elaborati attraverso la
percezione, l’intuizione e l’immaginazione.
La determinazione definitiva dell’oggetto può essere definita in un compito
infinito. Ad ogni manifestazione, infatti, appartengono a priori possibilità
di nuova determinazione, di arricchimento e così via a priori, nell’infinità
possibile determinazioni cinetiche. Attraverso la percezione ogni nuova
costellazione dell’esperienza del guardare apporta nuovi motivi di
esperienza che influenzano necessariamente l’apprensione e l’estensione
delle cose. E’attraverso l’estensione che si valuta la grandezza di un
dipinto. L’estensione è stata studiata anche dalla pubblicità. Infatti un
prodotto con una immagine estesa ha più probabilità di avere successo di un
prodotto non esteso. Nietzsche elabora l’impressione attraverso la
schematizzazione, essenza della conoscenza attraverso il calcolo e le
categorie. Secondo Husserl con l’espansione nella chiarezza e nella
distinzione si ha il riempimento intuitivo che segue l’intenzione come
movimento di ritorno verso l’io. Il massimo riempimento si ha con la
fantasia. In psicologia si da poca rilevanza all’impressione e secondo
Plessner questo dovrebbe cambiare. La percezione è un pensiero,
un’elaborazione, riguarda l’intelletto. Si guarda un’immagine da più punti
di vista, si analizza selettivamente, si trovano le differenze e poi le
pertinenze (Husserl, Locke, Arnheim, Baterson).
La mia pittura lascia immaginare attraverso l’impressione e suscita la
curiosità della percezione intenzionale (Searle, Merleau Ponty) anche se la
percezione è violenta (Merleau Ponty).
Si tratta di visioni compositive in cui la prospettiva è talvolta invertita
come se lo spazio avesse perso il punto focale e tutte le cose si
dirigessero verso lo spettatore in una visione d’insieme ascendente e
discendente come in Tintoretto tra vuoto e pieno in cui vi è connessione tra
forma, luce, colore e impianto compositivo (Sartre). Nella mia pittura
disegno e colore si armonizzano. E’ una pittura astratta poiché gioco con
gli elementi materiali della tela, con lo spazio, con le sue proprietà pure
e semplici, le sue stesse proprietà materiali (Foucault).
Le composizioni non sono frammentate, né congestionate, ma intere, compatte
non come quelle del Roshach test, non vi è parossismo organico ma arte che
scaturisce da un’attenta contemplazione e percezione della natura, per
questo sono fresche, senza contaminazioni non coscienti (Hegel, Sartre) in
cui ci si rispecchia (Hegel, Shelling). Non c’è levigatezza come quella
delle automobili ma la somiglianza delle forme alla pietre anche preziose
(Canetti Chipperfield). L’entropia negativa caratterizza il mio lavoro,
ordinato e lindo (Baterson). Escludo De Immundo (Jean Clair).
La natura è per me fonte d’ispirazione primaria. Di essa ho un amore
idealistico trascendentale come Merleau Ponty nella conoscenza, in cui c’è
identificazione tra io e natura attingibile attraverso l’intuizione
(Shelling, Bergson, Kant, Husserl) e la contemplazione come per Goethe nella
metamorfosi delle piante e Leonardo. La natura che preferisco è quella
dell’Himalaya dove non c’è polvere né umidità. Le piante Himalayane furono
portate in Francia dal botanico Joseph Pitton de Tournefort incaricato da
Luigi XIV di individuare nuove piante, molte delle quali si trovano a
Giverny nel giardino di Monet. Inoltre l’arredamento di Versailles creato da
Luigi XIV è anch’esso fonte d’ispirazione poiché la similitudine non è più
fonte di sapere, ma piuttosto l’occasione dell’errore, il pericolo cui ci si
espone allorché non si esamina il luogo mal rischiarato delle confusioni
(Foucault). Le similitudini che attribuisco ai miei quadri sono soltanto
quelle necessarie per unire l’immagine al linguaggio (Foucault) anche se
apprezzo l’opera di Kandinsky. L’imperativo dell’arte del conoscere dice
infatti: usa parole con significato assolutamente identico; escludi le
fluttuazioni di significato (Husserl). L’arte è ineffabile. Non può essere
compito di una interpretazione filosofica di opere d’arte produrre la loro
identità con il concetto, esaurirle in esso; ma è per il suo tramite che
l’opera si dispiega nella sua verità (Adorno). C’è una distinzione tra Arte
e Filosofia, tuttavia la filosofia ne chiarisce il significato (Adorno).
L’idea della bellezza della natura come dell’arte: questa non è una semplice
analogia o idea umana imposta alla natura; è invece l’intuizione che la
forma estetica, emblema di libertà, è un modo o momento dell’esistenza tanto
dell’universo umano come quello naturale. E’ una qualità oggettiva
(Marcuse). L’imitazione della natura è principio dell’arte (Shelling).
Per questi motivi i colori sono per me molto importanti così come l’impianto
del quadro, la sua struttura e le emozioni che comunica. Essi sono sfumati,
molto chiari, aerei, tenui poiché come scrive Leonardo più ci si eleva, e
questa è l’aspirazione di molti Grandi, più i colori diventano chiari e
sfumati per la prospettiva aerea in cui a distanza minima essendo lo scuro,
l’ombra, che prevale sul chiaro. Il chiaro predomina nella mia pittura
poiché lo scuro, l’ombra, il nero, viene spesso assimilato allo sporco e al
cupo (Adorno). La luce è bellezza. La natura non ci presenta mai oggetti
diversi con la stessa e identica impressione di luce e come le diverse
posture e i diversi movimenti dei corpi producono una luce diversa. Senza
rinunciare all’identità d’insieme si introduce la maggior varietà
d’illuminazione possibile e un si ripete mai la stessa intensità di luce e
ombra. Il chiaroscuro è molto importante nella pittura del paesaggio e non
bisogna aver timore di usare lo scuro e non il chiaro. E’ possibile che o la
verità venga rappresentata come condizione dell’apparenza o l’apparenza come
condizione della verità dato lo sfumato. Nell’arte con la prospettiva aerea
e quindi con il chiaroscuro si trova sempre una verità profonda, ma
l’apparenza vi è sempre trattata come quella che viene per prima, ossia il
valore dell’apparenza va oltre quanto richiesto dalla verità in sé per sé.
Chi si propone di pensare in modo bello non si limiterà soltanto ad abolire
la notte ma costringerà quelli verso i quali si fa giudice severo e solenne
a dare luce a tutte le cose poco chiare persino a quelle leggermente orride
e comunque chiare, e tuttavia prive relativamente di macchie (Baumgarten).
Chiaro e trasparente, florido al di sopra del tono medio. E anche se ci sono
segni a matita taglienti (Marcuse) come le stelle che simboleggiano la
funzione tagliente e penetrante dell’intelletto (Jung), è il disegno e il
colore che struttura, in una durezza che ha limite nel taglio del contorno,
nel taglio verticale, nel taglio orizzontale dell’opera la quale in quanto
contenzione fonda la necessità che noi chiamiamo forma (Heidegger). L’opera
eleva dalla materia e supporta con raggi intenzionali delle stelle e
circonvoluzioni cerebrali che escludono l’introiezione causata dal disgusto
(Husserl) o con il culto spontaneo degli astri e la naturalezza della
coscienza nell’essere fuori di sé, lontano dal mondo (Shelling), la pelle,
ossessione di molti artisti (Hegel).Esiste un’intima relazione tra pelle e
sistema nervoso in quanto le emozioni e particolarmente il disgusto possono
alterarla. Ombra e luce con colori chiari e sfumati. Non vi sono
similitudini con il culinario (Adorno). L’impasto è struttura delle cose
come in Balthus, in Heron e in Twombly.
Guardando i quadri si ha l’impressione che il corpo e lo spirito levitino,
che siano in sospensione, che trascendano per pochi istanti: euforia come
sostiene Dennet. L’Anima è il cervello (Libet) e l’intenzionalita si può
sviluppare attraverso l’esercizio (Dennet) così come quest’ultimo attraverso
le circonvoluzioni cerebrali e lo sviluppo dei lobi frontali. Lo studio
dell’interazione dei colori in relazione alla luce dagli Impressionisti, ai
Puntinisti al Bauhaus a Ryman mi spinge alla ricerca di rifrazioni,
irradiazioni e trasparenze inconsuete e contrasti simultanei reciproci.
Tutto ciò ha valore estetico.
Il bianco è sempre presente come luce intera, somma di colori puri. E’
l’assenza di confini, è l’infinito. Poi il rosa, spesso colore del cielo al
crepuscolo o all’alba molto amato da Freud e Goethe, anche colore dei fiori
e le rose dell’incarnato. Poi il verde, colore delle piante vitali nella
loro fotosintesi clorofilliana. Poi il celeste, colore del cielo e del mare.
Non uso il rosso perché si parla in modo spregiudicato del sangue, della
carne e dell’organico (Baumgarten) ossia della materia ripugnante per cui
occorre una mente strutturata per sostenere il peso della materialità della
carne (Goody), escludendo la natura (botanico, mare, cielo e terra) anche se
ormai gli artisti sono chirurghi come sostiene Hirst, che è un’artista
trash, e Montaigne, pur se un medico avventato fece, secondo Freud,
un’iniezione ad Irma con una siringa sporca. Leonardo nei suoi studi
anatomici considera la carne come il regno terrestre, le ossa il pietrame,
il sangue le vene d’acqua. Flusso e riflusso del mare il respiro. Il fuoco
sede della vita che erompe in sorgenti minerali, zolfatare e vulcani
(Jaspers). L’immondizia è socialmente utilizzata come mezzo per una rivolta
puberale (Marcuse) che non condivido. Inoltre determina stagnazione
(Hillman). Mi scuso se scrivo di tali bassezze ma è il metodo per non
rimanervi invischiati costruendo geometricamente la struttura mentale.
Leonardo pensa geometricamente La geometrizzazione come metodo ha
un’importanza fondamentale. Leonardo pensa geometricamente (Jaspers) e
Platone geometrizza con i triangoli. Non ci dimentichiamo della scrittura
perché l’etica di Spinoza è un trattato geometrico così come le pagine di
Althusser. Mi ispiro piuttosto ai colori della cosmesi come Warhol. Il mondo
imbruttito si determinò all’inizio del secolo per lo scatenamento della
società produttiva. Una realtà modellata unicamente dal carattere della
merce che ribassa e conduce l’uomo alla minorità (Adorno).La società è come
diluita in un magma delicato che la circoscrive, un magma costituito da
interferenze:l’ordine della società è disordinato, la sua struttura
destrutturata, i suoi simboli non la rappresentano più. La tecnica e le sue
innovazioni tecnologiche livellano i modi di vivere e di colpo intaccano il
lusso (Paquot). Warhol , trasfigura la merce rendendola bella. La
riestetizza (Baudrillard). E’ un’operazione di riqualificazione del brutto.
Spinge l’estetica all’estremo là dove essa non ha più una qualità estetica e
si rovescia in senso contrario (Baudrillard). Sebbene con i brillo boxes che
furono una provocazione egli esaltava l’opposto ossia l’opaco come scrive
Danto ai quali dà una valenza imperscrutabile. L’artista è affetto
immediatamente dalle cose, così altrettanto immediatamente reagisce alle
cose (Shelling).Il filosofo come l’artista deve considerare anche la materia
volgare di un supermercato così come il lusso che esclude l’alienazione
(Marx). Non è necessario possedere un oggetto di lusso, è sufficiente
contemplarlo.
Senza il lusso
la società si addormenterebbe sulla routine e finirebbe per regredire (Paquot).
Vi sono persone semplici che continuano ad evocare i bisogni: sono forse
spaventate dalla potenza destabilizzante dei desideri? Vogliono forse
trovare delle soluzioni semplici – e, di fatto inappropriate – a dei
problemi complessi fingendo che il complesso sia un tutt’uno con il
desiderio?(Paquot). Vi è una differenza tra le opere d’arte e gli altri
oggetti (Danto). Le opere d’arte sono oltre il contingente. In tempi nei
quali le tecniche informatiche e riproduttive riversano sugli uomini un
continuo flusso di stimoli, la realizzazione dell’opera d’arte diventa un
compito difficile. Oggi un artista, qualunque sia l’arte alla quale si
dedica, deve combattere contro questo flusso che ottunde ogni ricettività.
Proprio per questo egli deve fare ricorso a strategie di straniamento,
affinché la forza di persuasione della sua creazione possa irradiarsi e
ricostituirsi in una nuova familiarità. Nella nostra epoca il pluralismo
della sperimentazione è divenuto inevitabile. Lo straniamento fino al limite
dell’incomprensibilità è la qualità di realizzarsi in un tempo come il
nostro. Non ci si può aspettare che i contenuti familiari dell’arte
figurativa siano congrui con la loro articolazione formale come accadeva nei
tempi più strettamente dipendenti dalle tradizioni. Ora si tratta di creare
l’arte nel mezzo della terribile frammentazione dell’esistenza che
caratterizza il mondo moderno. Quando le forme di vita si modificano con un
ritmo quale è quello del nostro presente, anche le risposte artistiche
devono distinguersi tramite una maggiore forza di straniamento.(Gadamer). E’
per questo che hanno effetto propulsivo (Marcuse, Heidegger).
La ricerca ha per oggetto le forme che hanno una parvenza reale nel coniarne
nuove sia geometriche che naturali, sinusoidali, ondeggianti come linee di
bellezza (Hegel), poiché in natura anche se le forme geometriche non
esistono ogni forma è un’insieme di punti (Kandinsky). Sembra che le varie
connotazioni del bello convergano con l’idea della forma. Nella forma
estetica il contenuto (la materia) è riunito, definito e ordinato in modo
tale da ottenere una condizione in cui le forze immediate non dominate dalla
materia, dal materiale, sono dominate e ordinate. La forma è la negazione,
il contenimento del disordine (Marcuse).
E’ una ricerca estetica poiché la fonte d’ispirazione è la natura che è
sublime. Dipingere implica una sensazione intensa, un impulso estatico
(Shelling) come scriveva Cy Twombly pensando a Dioniso anche se l’artista
resta un che di indifferente rispetto alla realtà dell’opera, quasi alla
stregua di un passaggio transitorio, annullatesi nel fare artistico. Le
pennellate sono impalpabili. La pulsione sessuale denominata Voyeurismo
consiste nel piacere di guardare potrebbe essere all’origine della
insaziabile curiosità intellettuale che contraddistingue il ricercatore
scientifico ed artistico.La sublimazione è il meccanismo responsabile di
molte attività umane di tipo superiore come la ricerca scientifica e la
creazione e la ricerca (che è la ricerca del bello) artistica. La pulsione
sessuale può anche essere perversa come nel caso della pornografia che ha
ucciso l’estetica (Baudrillard).
Ma non mi dilungo per non rimanere imprigionata nella torre della filosofia
e della psicologia con definizioni che come sostiene Merleau Ponty in
l’occhio e lo spirito nuocciono riduttivamente all’artista che secondo molti
dovrebbe essere in silenzio come Balthus. I pittori che più mi hanno
influenzato sono Monet, padre dell’astrattismo che non usa il nero e che
conobbe Tintoretto nel suo viaggio a Venezia,Warhol, Morris Louis, Cy
Twombly e Patrick Heron, Hans Arp, Shuzo Shimamoto e Gerard Ricter.
P.S.: questo è uno scritto estetico perché ci sono più persone che esprimono
la loro opinione (Althusser).