medial 4. art biennial [2018]
Barbara Pazzaglia. Italy                

1.Alba, 2017 acrylic on canvas 20x30 cm., US$ 3,000.00    2.Pieghe del barocco, 2012 acrylic on canvas 100x100 cm., US$ 3,000.00    3. Forms that irradiate colors, 2017 acrylic on canvas 20x30 cm., US$ 3,000.00    4.Impression of rose petal, clear water and sprout, 2017 acrylic on canvas 20x30 cm., US$ 3,000.00    5.Impression of rose petals, 2011 acrylic on canvas 80x80 cm., US$ 3,000.00    6.Percezione del cielo e dell'architettura, 2017 acrylic on canvas 80x80 cm., US$ 3,000.00    7.Pioggia, 2017 acrylic on canvas 80x80 cm., US$ 3,000.00     8.Pussy, 2017 acrylic on canvas 20x30 cm., US$ 3,000.00    9.Ritmi naturali in un quadro geometrico, 2017 acrylic on canvas 20x30 cm., US$ 3,000.00    10.Sfarfallamento, 2017 acrylic on canvas 70x70 cm., US$ 3,000.00    11.The incanted forest, 2017 acrylic on canvas 20x30 cm., US$ 3,000.00    12.Vizione, 2016 acrylic on canvas 20x30 cm., US$ 3,000.00.
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Barbara Pazzaglia si definisce una pittrice impressionista, intenzionale, vitalista, affascinata da Claude Monet, Andy Warhol, Morris Louis, Cy Twombly e Patrick Heron, Hans Arp.
"Ho l’atteggiamento intenzionale degli impressionisti» scrive di sé la Pazzaglia «anche se ho l’istinto dell’action painter. Ogni linea è perciò una vera esperienza con la sua storia unica. Essa non illustra, è piuttosto la percezione della sua stessa attuazione. La mia attenzione si rivolge ai piaceri che scaturiscono dalle impressioni, dalle sensazioni, dalla percezione, dal corpo e dall’intelletto. L’impressione è ciò che muove i sensi e il corpo di chi ha capacità immaginativa nell’immediatezza immanente (Sartre, Bergson, Baumgarten). L’impressione è un modo di guardare un’opera d’arte e per gli artisti un modo per escogitarla e inventarla. La mia pittura lascia immaginare attraverso l’impressione e suscita la curiosità della percezione. Si tratta di visioni compositive in cui la prospettiva è talvolta invertita, come se lo spazio avesse perso il punto focale e tutte le cose si dirigessero verso lo spettatore in una visione d’insieme ascendente e discendente, come in Tintoretto tra vuoto e pieno, in cui vi è connessione tra forma, luce, colore e impianto compositivo (Sartre). Nella mia pittura disegno e colore si armonizzano. È una pittura astratta poiché gioco con gli elementi materiali della tela, con lo spazio, con le sue proprietà pure e semplici, le sue stesse proprietà materiali (Foucault). Le composizioni non sono frammentate, né congestionate, ma intere, compatte. Non vi è parossismo organico, ma arte che scaturisce da un’attenta contemplazione e percezione della natura, per questo sono fresche, senza contaminazioni non coscienti (Hegel, Sartre) in cui ci si rispecchia (Hegel, Shelling). Non c’è levigatezza come quella delle automobili, ma la somiglianza delle forme alla pietre anche preziose (Canetti, Chipperfield). La natura è per me fonte d’ispirazione primaria. Di essa ho un amore idealistico trascendentale, come Merleau Ponty nella conoscenza, in cui c’è identificazione tra io e natura attingibile attraverso l’intuizione (Shelling, Bergson, Kant, Husserl) e la contemplazione (Leonardo). La natura che preferisco è quella dell’Himalaya dove non c’è polvere né umidità. I colori sono per me molto importanti, così come l’impianto del quadro, la sua struttura e le emozioni che comunica. Essi sono sfumati, molto chiari, aerei, tenui poiché, come scrive Leonardo, più ci si eleva (e questa è l’aspirazione di molti Grandi), più i colori diventano chiari e sfumati per la prospettiva aerea assunta, mentre a distanza minima lo scuro, l’ombra, prevalgono sul chiaro. Il chiaro predomina nella mia pittura poiché lo scuro, l’ombra, il nero, vengono spesso assimilati allo sporco e al cupo (Adorno). La luce è bellezza. Chi si propone di pensare in modo bello non si limiterà soltanto ad abolire la notte, ma costringerà quelli verso i quali l’oscurità si fa giudice severa e solenne a dare luce a tutte le cose poco chiare persino a quelle leggermente orride e comunque chiare, e tuttavia prive relativamente di macchie (Baumgarten)"

 

La percezione è un pensiero, un’elaborazione, riguarda l’intelletto. Si guarda un’immagine da più punti di vista, si analizza selettivamente, si trovano le differenze e poi le pertinenze (Husserl, Locke, Arnheim, Baterson). La mia pittura lascia immaginare attraverso l’impressione e suscita la curiosità della percezione. Si tratta di visioni compositive in cui la prospettiva è talvolta invertita come se lo spazio avesse perso il punto focale e tutte le cose si dirigessero verso lo spettatore in una visione d’insieme ascendente e discendente come in Tintoretto tra vuoto e pieno in cui vi è connessione tra forma, luce, colore e impianto compositivo (Sartre). Nella mia pittura disegno e colore si armonizzano. E’ una pittura astratta poiché gioco con gli elementi materiali della tela, con lo spazio, con le sue proprietà pure e semplici, le sue stesse proprietà materiali (Foucault).


Le composizioni non sono frammentate, né congestionate, ma intere, compatte non come quelle del Roshach test, non vi è parossismo organico ma arte che scaturisce da un’attenta contemplazione e percezione della natura senza contaminazioni non coscienti (Hegel, Sartre) in cui ci si rispecchia (Hegel, Shelling). Non c’è levigatezza come quella delle automobili ma la somiglianza delle forme alla pietre anche preziose (Canetti Chipperfield). L’entropia negativa caratterizza il mio lavoro, ordinato e lindo (Baterson) . Escludo De Immundo (Jean Clair).


La natura è per me fonte d’ispirazione primaria. Di essa ho un amore idealistico trascendentale come Merleau Ponty nella conoscenza, in cui c’è identificazione tra io e natura attingibile attraverso l’intuizione (Shelling, Bergson, Kant, Husserl) e la contemplazione (Leonardo). La natura che preferisco è quella dell’Himalaya dove non c’è polvere né umidità. Le piante Himalayane furono portate in Francia dal botanico Joseph Pitton de Tournefort incaricato da Luigi XIV di individuare nuove piante, molte delle quali si trovano a Giverny nel giardino di Monet. Inoltre l’arredamento di Versailles creato da Luigi XIV è anch’esso fonte d’ispirazione poiché la similitudine non è più fonte di sapere, ma piuttosto l’occasione dell’errore, il pericolo cui ci si espone allorché non si esamina il luogo mal rischiarato delle confusioni (Foucault). Le similitudini che attribuisco ai miei quadri sono soltanto quelle necessarie per unire l’immagine al linguaggio (Foucault) anche se apprezzo l’opera di Kandinsky. L’imperativo dell’arte del conoscere dice infatti: usa parole con significato assolutamente identico; escludi le fluttuazioni di significato (Husserl). L’arte è ineffabile. Non può essere compito di una interpretazione filosofica di opere d’arte produrre la loro identità con il concetto, esaurirle in esso; ma è per il suo tramite che l’opera si dispiega nella sua verità (Adorno). C’è una distinzione tra Arte e Filosofia, tuttavia la filosofia ne chiarisce il significato (Adorno). L’idea della bellezza della natura come dell’arte: questa non è una semplice analogia o idea umana imposta alla natura; è invece l’intuizione che la forma estetica, emblema di libertà, è un modo o momento dell’esistenza tanto dell’universo umano come quello naturale. E’ una qualità oggettiva (Marcuse). L’imitazione della natura è principio dell’arte (Shelling).
Per questi motivi i colori sono per me molto importanti così come l’impianto del quadro, la sua struttura e le emozioni che comunica.


Essi sono sfumati, molto chiari, aerei, tenui poiché come scrive Leonardo più ci si eleva, e questa è l’aspirazione di molti Grandi, più i colori diventano chiari e sfumati per la prospettiva aerea in cui a distanza minima essendo lo scuro, l’ombra, che prevale sul chiaro. Il chiaro predomina nella mia pittura poiché lo scuro, l’ombra, il nero, viene spesso assimilato allo sporco e al cupo (Adorno). La luce è bellezza. Chi si propone di pensare in modo bello non si limiterà soltanto ad abolire la notte ma costringerà quelli verso i quali si fa giudice severo e solenne a dare luce a tutte le cose poco chiare persino a quelle leggermente orride e comunque chiare, e tuttavia non prive relativamente di macchie (Baumgarten). Chiaro e trasparente, florido al disopra del tono medio. E anche se ci sono segni a matita taglienti (Marcuse) come le stelle che simboleggiano la funzione tagliente e penetrante dell’intelletto (Jung), è il disegno che struttura, che eleva dalla materia e supporta con raggi intenzionali delle stelle e circonvoluzioni cerebrali che escludono l’introiezione causata dal disgusto (Husserl) o con il culto spontaneo degli astri e la naturalezza della coscienza nell’essere fuori di sé, lontano dal mondo (Shelling), la pelle, ossessione di molti artisti (Hegel).Esiste un’intima relazione tra pelle e sistema nervoso in quanto le emozioni e particolarmente il disgusto possono alterarla. Ombra e luce con colori chiari e sfumati. Non vi sono similitudini con il culinario (Adorno). L’impasto è struttura delle cose come in Balthus, in Heron e in Twombly.


Guardando i quadri si ha l’impressione che il corpo e lo spirito levitino, che siano in sospensione, che trascendano per pochi istanti: euforia come sostiene Dennet. L’Anima è il cervello (Libet) e l’intenzionalita si può sviluppare attraverso l’esercizio (Dennet) così come quest’ultimo attraverso le circonvoluzioni cerebrali e lo sviluppo dei lobi frontali.
Lo studio dell’interazione dei colori in relazione alla luce dagli Impressionisti, ai Puntinisti al Bauhaus a Ryman mi spinge alla ricerca di rifrazioni, irradiazioni e trasparenze inconsuete e contrasti simultanei reciproci. Tutto ciò ha valore estetico.


Il bianco è sempre presente come luce intera, somma di colori puri. E’ l’assenza di confini, è l’infinito. Poi il rosa, spesso colore del cielo al crepuscolo o all’alba molto amato da Freud e Goethe, anche colore dei fiori e le rose dell’incarnato. Poi il verde, colore delle piante vitali nella loro fotosintesi clorofilliana. Poi il celeste, colore del cielo e del mare. Non uso il rosso perché si parla in modo spregiudicato del sangue, della carne e dell’organico (Baumgarten) ossia della materia ripugnante per cui occorre una mente strutturata per sostenere il peso della materialità della carne (Goody), escludendo la natura (botanico, mare, cielo e terra) anche se ormai gli artisti sono chirurghi come sostiene Hirst, che è un’artista trash, e Montaigne, pur se un medico avventato fece, secondo Freud, un’iniezione ad Irma con una siringa sporca. Leonardo nei suoi studi anatomici considera la carne come il regno terrestre, le ossa il pietrame, il sangue le vene d’acqua. Flusso e riflusso del mare il respiro. Il fuoco sede della vita che erompe in sorgenti minerali, zolfatare e vulcani (Jaspers). L’immondizia è socialmente utilizzata come mezzo per una rivolta puberale (Marcuse) che non condivido. Inoltre determina stagnazione (Hillman). Mi scuso se scrivo di tali bassezze ma è il metodo per non rimanervi invischiati costruendo geometricamente la struttura mentale. Leonardo pensa geometricamente La geometrizzazione come metodo ha un’importanza fondamentale. Leonardo pensa geometricamente (Jaspers) e Platone geometrizza con i triangoli. Non ci dimentichiamo della scrittura perché l’etica di Spinoza è un trattato geometrico così come le pagine di Althusser. Mi ispiro piuttosto ai colori della cosmesi come Warhol. Il mondo imbruttito si determinò all’inizio del secolo per lo scatenamento della società produttiva. Una realtà modellata unicamente dal carattere della merce che ribassa e conduce l’uomo alla minorità (Adorno).La società è come diluita in un magma delicato che la circoscrive, un magma costituito da interferenze:l’ordine della società è disordinato, la sua struttura destrutturata, i suoi simboli non la rappresentano più. La tecnica e le sue innovazioni tecnologiche livellano i modi di vivere e di colpo intaccano il lusso (Paquot). Warhol , trasfigura la merce rendendola bella. La riestetizza (Baudrillard). E’ un’operazione di riqualificazione del brutto. Spinge l’estetica all’estremo là dove essa non ha più una qualità estetica e si rovescia in senso contrario (Baudrillard). Sebbene con i brillo boxes che furono una provocazione egli esaltava l’opposto ossia l’opaco come scrive Danto ai quali dà una valenza imperscrutabile. L’artista è affetto immediatamente dalle cose, così altrettanto immediatamente reagisce alle cose (Shelling).Il filosofo come l’artista deve considerare anche la materia volgare di un supermercato così come il lusso che esclude l’alienazione (Marx). Non è necessario possedere un oggetto di lusso, è sufficiente contemplarlo. Senza il lusso la società si addormenterebbe sulla routine e finirebbe per regredire (Paquot). Vi sono persone semplici che continuano ad evocare i bisogni: sono forse spaventate dalla potenza destabilizzante dei desideri? Vogliono forse trovare delle soluzioni semplici – e, di fatto inappropriate – a dei problemi complessi fingendo che il complesso sia un tutt’uno con il desiderio? Vi è una differenza tra le opere d’arte e gli altri oggetti (Danto).


La ricerca ha per oggetto le forme che hanno una parvenza reale nel coniarne nuove sia geometriche che naturali, sinusoidali, ondeggianti come linee di bellezza (Hegel), poiché in natura anche se le forme geometriche non esistono ogni forma è un’insieme di punti (Kandinsky). Sembra che le varie connotazioni del bello convergano con l’idea della forma. Nella forma estetica il contenuto (la materia) è riunito, definito e ordinato in modo tale da ottenere una condizione in cui le forze immediate non dominate dalla materia, dal materiale, sono dominate e ordinate. La forma è la negazione, il contenimento del disordine (Marcuse). E’ una ricerca estetica poiché la fonte d’ispirazione è la natura che è sublime. Dipingere implica una sensazione intensa, un impulso estatico (Shelling) come scriveva Cy Twombly pensando a Dioniso. Le pennellate sono impalpabili. La pulsione sessuale denominata Voyeurismo consiste nel piacere di guardare potrebbe essere all’origine della insaziabile curiosità intellettuale che contraddistingue il ricercatore scientifico ed artistico.La sublimazione è il meccanismo responsabile di molte attività umane di tipo superiore come la ricerca scientifica e la creazione artistica. La pulsione sessuale può anche essere perversa come nel caso della pornografia che ha ucciso l’estetica (Baudrillard). Ma non mi dilungo per non rimanere imprigionata nella torre della filosofia e della psicologia con definizioni che come sostiene Merleau Ponty in l’occhio e lo spirito nuocciono riduttivamente all’artista che secondo molti dovrebbe essere in silenzio come Balthus. I pittori che più mi hanno influenzato sono Monet, padre dell’astrattismo che non usa il nero e che conobbe Tintoretto nel suo viaggio a Venezia,Warhol, Morris Louis, Cy Twombly e Patrick Heron, Hans Arp.
P.S.: questo è uno scritto estetico perché ci sono più persone che esprimono la loro opinione (Althusser).